La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita dal 29 aprile al 18 settembre 2022, in anteprima italiana, la 66ª edizione della World Press Photo Exhibition, organizzata per il sesto anno consecutivo in città: si tratta del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, cui hanno aderito 4.066 fotografi provenienti da 130 paesi per un totale di 64.823 tra fotografie e open format.
La giuria, presieduta da Rena Effendi, ha incoronato vincitore lo scatto della fotografa canadese Amber Bracken per il New York Times, che si è quindi aggiudicata il World Press Photo of the year. Abiti rossi appesi a delle croci lungo una strada commemorano i bambini morti alla Kamloops Indian Residential School, un’istituzione creata per i piccoli indigeni: in quel luogo sono state scoperte circa 215 tombe.
Il premio World Press Photo Story of the Year è andato a “Salvare le foreste con il fuoco" di Matthew Abbott (Australia), un lavoro realizzato per National Geographic/Panos Pictures. Al centro del racconto, un rito degli indigeni australiani che bruciano strategicamente la terra in una pratica nota come “combustione a freddo”: i fuochi si muovono lentamente, bruciano solo il sottobosco e rimuovono l’accumulo di residui vegetali che possono alimentare incendi più grandi.
Vincitore del World Press Photo long-term project award, invece, “Distopia amazzonica” di Lalo de Almeida (Brasile) per Folha de São Paulo/Panos Pictures. Mostra come la foresta pluviale amazzonica sia gravemente minacciata dalla deforestazione, dall’estrazione mineraria, dallo sviluppo infrastrutturale e dallo sfruttamento di altre risorse naturali.
“Il sangue è un seme” di Isadora Romero (Ecuador) si è aggiudicato la sezione video World Press Photo open format award. Attraverso storie personali, questo lavoro mette in discussione la scomparsa dei semi, la migrazione forzata, la colonizzazione e la conseguente perdita di conoscenze ancestrali: il video è composto da fotografie digitali e cinematografiche, alcune delle quali sono state scattate su pellicola 35mm scaduta e successivamente disegnate dal padre di Romero.