Questa prestigiosa mostra ha al centro l'ideale artistico e spirituale della classicità greco-romana, cioè la kalokagathìa, coincidenza di buono e bello: nell'esposizione, attraverso 40 importanti opere di scultura e pittura, ammiriamo come questo ideale si sia conservato nel corso del tempo, approdando con diverse trasformazioni dalla Grecia del quinto secolo avanti Cristo fino al '900 europeo.
Una scelta di sculture classiche d’età romana del Museo Nazionale Romano e delle Terme di Diocleziano è esposta, per la prima volta, a Domodossola, a confronto con le piccole sculture d'ispirazione classica prodotte nel Rinascimento. Al Rinascimento segue il classicismo emiliano del '600, con capolavori pittorici come il San Sebastiano di Ludovico Carracci dall'aspetto atletico e quasi danzante, accanto alla nobile purezza dell'Annunciazione di Guido Reni. Guarda a modelli classici anche il pittore Rubens nel bozzetto preparatorio per una Madonna del Rosario. Dal classicismo settecentesco del pittore romano Pompeo Batoni si passa al pieno neoclassicismo dello scultore Antonio Canova. L'esposizione dimostra infine come l'ideale della classicità sia stato un riferimento anche per molti fra i migliori maestri del '900, da Funi e Sironi al metafisico De Chirico, fino alle citazioni surreali del belga Magritte.
L’allestimento della mostra presso Palazzo San Francesco, parte dei Musei civici “Gian Giacomo Galletti”, è stato progettato da Studio Lys con il coordinamento di Matteo Fiorini. La mostra, che si avvale di prestiti da musei e collezioni private, è accompagnata da un catalogo edito da Sagep Editori d’Arte.